31 dicembre 2000

Esco dall’ospedale dov’era ricoverato mio padre con una bottiglia di Ganimede regalata da lui, e accetto di andare a passare il capodanno con gli amici del mio ex (ai quali non stavo simpatica) pur di riconquistarlo in un momento di estrema fragilità.

Classica taverna umida in villetta ai Castelli Romani, un freddo porco, il mio ex che mi ignora, le “amiche” che mi guardano male (ero arrivata a pesare 47 chili, nonostante tutta la tristezza avevo un bel figurino), il cellulare che non prende per fare gli auguri a mio padre allo scoccare della mezzanotte (se ne sarebbe andato di li a poco).

Raccontarlo a 20 anni esatti di distanza è catartico.

In caso qualcuno si chiedesse cosa ci fa quella bottiglia di spumante ancora chiusa, in bella mostra, in cucina da me.
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