Solo, Ben Harper

Per anni mi sono privata della gioia di andare ai concerti.
Perché avevo gusti musicali (per l’epoca) troppo particolari; non amavo andarci da sola; o probabilmente non avevo gli amici giusti.

È la seconda volta che, con un colpo di testa, acquisto il biglietto all’ultimo momento, vado da sola a un concerto da troppo tempo desiderato e… invece di vivere un’esperienza in solitaria, lì vi incontro il mondo.

Ed è la seconda volta che vivo questo momento come un’esperienza di vita importante. Riprendendo possesso della mia musica, riscrivendoci sopra nuovi ricordi, riappropriandomi di luoghi, cancellando eventi con nuovi sorrisi.
L’esercizio della solitudine diventa così un momento piacevole, di autonomia, di apertura e privo di aspettative. Tutto ciò che accade dopo non può che far bene.

 


 

 

E tutto il dolore provato in passato diventa piccolo piccolo, lontano nel tempo e dal cuore.
E quell’enorme masso che ti ha schiacciata e ti ha impedito di continuare dritta, ostruendo la tua strada per tre anni, si rivela essere solo un fastidioso sassolino nella scarpa.
È ora di camminare più leggere.

E anche quest’anno mi sono fatta il miglior regalo per il #bastet43.

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