L’AMA ringrazia (del tenere e del buttare)

Quanta sicurezza ci danno le cose, gli oggetti.
Quando una persona sta male, tende a cercarla negli oggetti di uso quotidiano, nelle persone. Se qualcosa (o qualcuno) viene a mancare, viene tolto o buttato si crea un vuoto, e riempire quel vuoto, giustificarlo è uno stress per chi non ha equilibrio. Quindi si tende ad accumulare. A collezionare. Per stare tranquilli.
Idem per il cibo, sembra non ce ne sia mai abbastanza: e si mangia senza sosta, e si sta bene.
Cibo, oggetti, sicurezza, chili in più, armadi pieni, scaffali, libri, ricordi, ninnoli, muri, fortezze… e all’improvviso ci si ritrova con strati di “roba” intorno a noi, a proteggerci e ad allontanarci dalla vita vera, dai nostri problemi e dalla loro soluzione.

Quando una persona sta bene, si basta a se stessa.
Non ha bisogno di muri fortificati di ricordi, di maglioni, di dolci, di superfluo.
E’ troppo concentrata a vivere, a “sentire”, a emozionarsi per preoccuparsi di tutti gli oggetti che ha intorno. Anzi, tutto quell’accumulo le è d’impiccio. Non la lascia muovere con disinvoltura.
E allora toglie. Butta. Regala. Archivia. Libera spazio.
E ogni oggetto che le capita fra le mani, viene guardato, pesato, ricordato, vissuto per la sua importanza e poi lasciato andare. Ed è terapeutico. E a ogni oggetto ci si sente più leggere. Come a perdere chili, a dimagrire.

L’AMA ringrazia per il superlavoro di questi giorni.
Anche le mie amiche a cui ho regalato le borse, la Caritas per i vestiti, ecc.

A breve tocca ai libri, stay tuned.

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