Il nome alle cose (e alle persone)

La cosa più preziosa che abbiamo è il nome. Non il titolo. Perfino il titolo più esclusivo al mondo, Papa, sente l’esigenza di darsi un nome.
F.P.T.

Nella mia vita sono sempre stata una persona discreta. Anche quando raccontavo ad amici e amiche i miei fatti più intimi e personali.
Un’abitudine che ho sempre avuto è stata quella di dare un soprannome a tutti i miei ex, per tutelarne l’identità, e per metterne in evidenza alcuni aspetti caratterizzanti.
E così nacque lo Storico, lo Psicopatico, l’Amico, il Milanese, il MusicistaMr. X, Mr. Y, e via dicendo… (fino alla Z, vi chiederete? ;))*

Pensavo che fosse la scelta giusta, per tutelare la loro privacy, ma questo status su Facebook, citato all’inizio, mi ha folgorata.

I nomi sono importanti, come le parole. Connotare ogni cosa e ogni persona con il suo nome reale, assegnare un’identità, una consistenza significa anche assegnargli delle responsabilità.

Ed ecco che il mio passato smette di popolarsi di fantasmi, ma di essere reali, con nome e cognome.**
E dato che reputo tutti i miei ricordi un bene prezioso, anche se hanno fatto male, viene da sé che anche assegnare un nome aumenti il valore della persona e dell’esperienza fatta con essa.

Lo so, è un ragionamento contorto, ma io mi ci ritrovo molto.

 

hi-my-name-is

* Vorrei tranquillizzare  i miei ex: non vi ho elencati tutti.
Quindi non provate ad assegnarvi soprannomi che non vi denotano… in caso chiedete ;)

** Vorrei tranquillizzare  i miei ex (2): non divulgherò le vostre vere generalità, ma a domanda diretta risponderò. Sono anche stanca di dire bugie per voi.

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