È la mia natura (la Rana e lo Scorpione)

Lo scorpione doveva attraversare il fiume; così non sapendo nuotare, chiese aiuto alla rana: “Per favore, fammi salire sulla tua schiena e portami sull’altra sponda”.
La rana rispose: “Fossi matta! Appena  in acqua mi pungeresti e io morirei.”.
“Per quale motivo dovrei farlo” incalzò lo scorpione “Se ti pungo moriremo entrambi: io non so nuotare.”.

La rana stette un attimo a pensare, e convintasi della sensatezza dell’obiezione dello scorpione, lo caricò sul dorso e insieme entrarono in acqua.
A metà  del tragitto la rana sentì un dolore intenso provenire dalla schiena, e capì di essere stata punta dallo scorpione.
Mentre entrambi stavano per morire la rana chiese all’insano ospite il perché di quel gesto.
“Perché? Perché l”hai fatto?”.
“Non posso farci niente: è la mia natura”, rispose lo Scorpione.

Amo questa storiella. Forse perché sono un bel po’ scorpione dentro e la sento visceralmente mia.
La cosa che amo di più è l’insegnamento che dà , o che voglio io prendere da lei.

Se non si può essere diversi dalla propria natura, allora perché combatterla?
Perché non sfruttarla a proprio vantaggio, affinché ci sia amica?
E non parlo solo del pericoloso veleno, ma anche di ciò di più bello e fragile abbiamo dentro.

Nel momento in cui (di nuovo) sono stata me stessa, ho amato, e ti amo (e l’ho espresso), mi sono sentita subito meglio.
Forse è semplicemente questa la felicità .

L’apologo “La rana e lo scorpione” ha origine sconosciuta: non risulta né di Esopo né essere una storia Zen, forse è una narrazione di derivazione persiana.

[ foto wallbase.cc ]

 

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