Fermiamo la pubblicità  sessista in Italia, una petizione lanciata dall’ADCI

Abbiamo parlato spesso della  pubblicità  sessista, quel tipo di comunicazione che abusa del corpo femminile e offende la dignità  di tutti.

L”Art Directors Club Italiano, l’organo che riunisce i protagonisti del processo di creazione dei contenuti pubblicitari, accomunati dall’obiettivo di migliorare la pubblicità  in Italia, non ci sta.
Dopo il suo lavoro di formazione, selezione dei lavori migliori dal 1986, creazione del  manifesto deontologico Adci, diffuso e pubblicato su Il Sole 24 Ore nell”aprile 2011, si è resa conto che tutto ciò non è bastato e oggi rivolge una petizione al Ministro  Josefa Idem.

Dietro ogni campagna pubblicitaria che viene prodotta (decine di migliaia, ogni anno) ci sono tante decisioni prese da tante persone: singoli professionisti, persone che lavorano nelle agenzie e nelle aziende, fotografi, registi”¦  ancora troppi credono che la pubblicità  deve vendere a qualsiasi costo, e che la pubblicità , così come la si sta facendo, vada bene e piaccia agli italiani.  Non è vero.

Nel marzo 2013 è stato commissionato commissionato un sondaggio all”Istituto Piepoli. Il 58% degli italiani è d”accordo nel ritenere che le pubblicità  attuali trasmettano più messaggi negativi rispetto al passato.  La pubblicità  italiana è considerata da osservatori internazionali tra le più sessiste del mondo.

La Risoluzione Europea del 3 settembre 2008 ci esorta a cambiare direzione.  In diversi paesi sono in vigore norme sulla pubblicità  sessista. Anche in Italia deve essere possibile poterla scoraggiare e sanzionare  in modo più esteso ed energico di quanto avviene ora.

L’ADCI  vuole dare il suo contributo perché in Italia nuove norme sulla pubblicità  sessista non restino solo “sulla carta”, come spesso succede alle buone intenzioni di difficile realizzazione, ma incidano in modo sostanziale migliorando le pratiche della nostra professione.

C’è però bisogno che le cittadine e i cittadini esprimano il bisogno collettivo e urgente di cambiare le cose. Per questo la petizione  Fermiamo la pubblicità  sessista  in Italia, indirizzata al  Ministro per le Pari Opportunità , Josefa Idem.

La petizione è online dal 13 maggio 2013.
Oltre che firmarla l’ADCI invita a condividerla. La troverete  QUI, in home page nel  sito Adci  e nella  home page di changes.org

 

Hillary

 

 

Quest”anno, in occasione della manifestazione “Giovani leoni” organizzata da Sipra, il  brief per la sezione stampaha invitato i giovani concorrenti a immaginare una campagna a favore della petizione online contro la pubblicità  sessista.
Qui  è possibile vedere tutti i lavori.

 

Approfondimenti

Art Directors Club Italiano
Paola Manfroni (vice presidente Adci)  paola.manfroni@marimo.it  348 12 08 400
Annamaria Testa  annamaria.testa@progettinuovi.it  335 6575850
Massimo Guastini (presidente Adci)  massimo.guastini@adci.it  331 31 43 602

Attiviste
Giovanna Cosenza  giovanna.cosenza@unibo.it  348 76 45 146
Lorella Zanardo  lorellaz@ilcorpodelledonne.net  338 84 06 493
Giorgia Vezzoli  giorgia.vezzoli@gmail.com  335 8470167

Articoli collegati
La petizione  Fermiamo la pubblicità  sessista in Italia
Il  testo  della petizione
La petizione su  change.org
Le  FAQ
La  Campagna contro la pubblicità  sessista in Italia, promossa dall”Art Directors Club Italiano

 

[ Articolo originale su Tiragraffi ]

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