Delirio e paura fra i thread

Ogni tanto, in rete, si trovano dei test per capire qual è il social network che più si addice alla tua personalità , oppure che profilo psicologico possiedi in base a quali social network utilizzi maggiormente.
Per lavoro mi ritrovo a iscrivermi in tempi record a qualsiasi nuovo servizio web compaia fra le maglie della rete, e per molti sono quasi ossessionata dal loro funzionamento.

La fortuna vuole che io abbia una vita al di fuori della rete (il “get a life” lo dedico ad altri sedicenti guru del web), e questo mio studio non fa altro che aiutarmi a delineare molti profili psicologici (e a tenermene adeguatamente alla larga).

Oggi ho riportato su Tiragraffi una serie di riflessioni dovute a un problema riscontrato su Twitter durante la giornata di ieri. Un semplice post (sul quale non avrei scommesso tutto lo share che invece ha ottenuto) mi ha permesso di delineare maggiormente comportamenti e psicopatologie.

Mentre sul blog si svolgeva una discussione pacata con scambi di link e informazioni; su Facebook in un post di Paolo Ratto ho appreso del problema e la discussione è stata ulteriormente alimentata; su Twitter si è svolto un normale retweet del post con brevissime considerazioni prima o dopo il link (data anche la ristrettezza dei 140 caratteri); … ecco, mentre accadeva tutto questo, su un altro social network noto a pochi addetti ai lavori e/o affezionati (il famigerato Friendfeed… qui il thread), si è svolto il “getta la maschera” di molte persone… anzi, di molti “personaggi” del web.

Chi giudicava avendo letto solo un tweet e visto una foto, chi affermava di non esser andato oltre la lettura primo paragrafo (senza motivare il perché… forse scrivo troppo male o troppe ovvietà , magari avvisatemi), chi “la buttava in caciara”, chi diceva lui stesso ovvietà … e la parte che mi ha stupito di più è che alcune di queste persone le conosco personalmente e ne ho stima.
Solo pochi portavano avanti la discussione in modo costruttivo.

Allora cos’è accaduto?

  • E’ il social network che crea la persona, trasformandola in un personaggio, un ruolo da recitare?
  • Per quale motivo è venuta meno l’esigenza di condivisione e conversazione, cedendo il posto a superficialità  e aggressività ?
  • Vige ancora la regola della lamentela 2.0 e dell’hide condiviso?

Mentre analizzo tutto ciò, ho deciso di tagliare ulteriori rami secchi.
Via anche questa inutile community dove si creano stanze private addirittura per criticare gli avatar scelti dagli utenti.
Contenitore di inutili polemiche e aggressività , frutto di utenti repressi e impauriti dal mondo, ai quali mi viene solo voglia di dire un sentito “get a life“.

Disclaimer

Ogni riferimento a fatti o persone non è puramente casuale.

Se ti riconosci nella descrizione non prendertela, non è nulla di personale. Puoi sempre optare per l’unfollow o disiscriverti dal mio feed.
Non mi offenderò, tranquillo.

Neanche se mi toglierai il saluto al prossimo aperitivo.

Nella foto Johnny Depp in Paura e delirio a Las Vegas.

5 Comments
  • kOoLiNuS

    03.11.2011 at 08:58 Rispondi

    Però sulla inutile community potrebbero esserci anche iniziative interessanti o ‘nicchie’ intelligenti”¦ se proprio un motivo per tagliare deve esserci almeno che sia dovuto alla mancanza di interessi/proposte piuttosto che a causa di ‘minus habens’, no???

  • Valentina

    03.11.2011 at 09:28 Rispondi

    non ho cancellato l’account appunto per questo, per poter tornare di tanto in tanto a lurkare.
    ultimamente avevo trovato sempre meno argomenti interessanti, e quasi tutti che volgevano all’inutile flame: anche per questo il distacco è stato poco traumatico (già  da prima dell’estate era uno dei social network che consultavo di meno).

    per me friendfeed torna a essere quello per cui era nato: un aggregatore di feed degli amici… e basta.

    • kOoLiNuS

      03.11.2011 at 22:57 Rispondi

      personalmente l’ho sempre trovato abbastanza impegnativo da seguire, quindi non l’ho mai fatto seriamente e ne ho un rapporto abbastanza ‘freddo’ e distaccato.

      a distanza di anni l’esperimento che ricordo con più piacere è stato Jaiku nel panorama italiano (Pownce su quello internazionale).

      • valentina

        07.11.2011 at 20:09 Rispondi

        sarà , ma per me è veramente difficile rinunciare a twitter…

  • Sconnessa

    08.11.2011 at 15:32 Rispondi

    “Chi giudicava avendo letto solo un tweet e visto una foto, chi affermava di non esser andato oltre la lettura primo paragrafo”.

    Mi fanno impazzire quelli che si sentono autorizzati a fare commenti senza sapere nemmeno si cosa si tratta – e non parlo di lughe ricerche per documentarsi, ma appunto, come hai detto tu, gente che nemmeno legge il post originario.

    Si vede che tanti, quando vedono uno spazio bianco, ci si buttano a capofitto per riempirlo di parole.

    Forse è una nuova sindrome da horror vacui, dovresti analizzarla :)

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