Copper statue of the cat goddess Bastet. Eighth to fourth centuries B.C. PHOTOGRAPH BY MARY EVANS/SCALA, FLORENCE

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No Comments
  • bak

    16.09.2010 at 16:51 Rispondi

    Mio nonno diceva ‘zentu cabbi, zentu barretti’. In certi casi il CS è necessariamente un livellamento verso il basso. Forse per questo che i nuovi loghi ’socialized’ fanno così cagare?

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  • Isola Virtuale

    16.09.2010 at 16:53 Rispondi

    vero, ma il problema più grosso del crowdsourcing in Italia è il committente che sceglie

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  • valentina cinelli

    16.09.2010 at 16:53 Rispondi

    esatto… è proprio questo il punto dove volevo arrivare!

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  • ezekiel

    16.09.2010 at 16:58 Rispondi

    aspè ma questo non è crowdsourcing, era una gara indetta dal Comune

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  • valentina cinelli

    16.09.2010 at 17:12 Rispondi

    @ezekiel il problema è comune ai due "metodi": non sono i designer incompetenti, ma chi giudica il lavoro e legittima orrori simili…

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  • costanza

    16.09.2010 at 17:13 Rispondi

    aaaaaah che schifoooooo

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  • Daniele Di Gregorio

    16.09.2010 at 17:16 Rispondi

    A far funzionare il crowdsourcing è chi sceglie.. il crowdsourcing in se è semplicemente una risorsa in più

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  • tekNico

    16.09.2010 at 17:17 Rispondi

    mi piace molto, direi che rasenta la perfezione (seriamente)

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  • ezekiel

    16.09.2010 at 17:26 Rispondi

    @valentina sì chi giudica non è evidentemente all’altezza però le premesse del crowdsourcing sono diverse e dovrebbero permettere in teoria una migliore qualità grazie a una "relazione collaborativa" (che in un bando è proprio esclusa)

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  • Ester

    16.09.2010 at 17:27 Rispondi

    analisi puntuale e, come sempre, “graffiante”.
    Sottoscrivo in pieno e anche tutti i miei colleghi qui!

  • RiccardoP

    16.09.2010 at 17:27 Rispondi

    Il committente ha fatto una scelta precisa: logo giallorosso e lupa. Ci manca solo il profilo di Totti.

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  • Robie

    16.09.2010 at 17:28 Rispondi

    chi giudica mi sembra molto competente ed è (probabilmente) pagato per prendere delle scelte anche se sbagliate.

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  • ?Federica

    16.09.2010 at 17:49 Rispondi

    ha vinto questo?

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  • costanza

    16.09.2010 at 17:49 Rispondi

    pare… secondo me è atroce

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  • ?Federica

    16.09.2010 at 17:49 Rispondi

    concordo. C’è una lista di tutti i loghi presentati?

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  • Felter Roberto

    16.09.2010 at 17:50 Rispondi

    come si può chiamare Crowdsourcing un concorso?

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  • knulp

    16.09.2010 at 18:48 Rispondi

    fa schifo come tante decisioni prese da i nostri leaders.
    quando potremmo pensionarli?

  • valentina cinelli

    16.09.2010 at 19:13 Rispondi

    @roberto magari è un errore mio: ma ho voluto fare un parallelismo fra una gara e il crowdsourcing solo per evidenziare che spesso i risultati peggiori si hanno non per colpa di chi partecipa, ma di chi sceglie…

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  • valentina cinelli

    16.09.2010 at 19:15 Rispondi

    la mia paura è: se questo è il risultato di una gara fra soggetti che devono rispondere a determinate caratteristiche (spesso elencate nei bandi), cosa può succedere quando un lavoro viene dato in crowdsourcing e possono partecipare tutti, anche chi non è in grado di farlo? … soprattutto se chi sceglie il prodotto vincitore non è competente al 100%…

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  • Felter Roberto

    16.09.2010 at 19:24 Rispondi

    scusa Valentina, è che probabilmente abbiamo un concetto di crowdsourcing diverso io e te :) Per me il crowdsourcing è un progetto condiviso (wikipedia ad esempio), ma se io voglio fare un logo e chiedo 100 pareri e poi ne scelgo uno, questo logo non è stato ottenuto in crowdsourcing, in quanto è l’opera di uno solo. Gli altri, nel risultato non hanno aggiunto niente. Sarebbe crowdsourcing, sempre a mio parere ovviamente, se ad esempio questo logo fosse stato ottenuto prendendo la colonna dal disegno di uno, i colori dall’idea di un altro ecc.ecc. Il fatto stesso che dipenda da chi sceglie è la dimostrazione che non c’è CS, altrimenti il risultato dovrebbe essere approvato e condiviso dal gruppo stesso che ha partecipato alla sua evoluzione.

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  • Alberto Mucignat

    16.09.2010 at 20:31 Rispondi

    allucinante. la M sembra quella di un film di Romero…

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  • valentina cinelli

    16.09.2010 at 20:33 Rispondi

    probabile @roberto :) io sto notanto un’evoluzione diversa del crowdsourcing rispetto alla filosofia iniziale (vedi il progetto wikipedia appunto). Sempre più di frequente vedo aziende che usano la rete per il reclutamento di collaboratori esterni, spesso per sviluppare e realizzare progetti in tempi rapidi e a basso costo. Da una parte è un nuovo utilizzo intelligente della rete per distribuire lavoro, dall’altra penalizza i professionisti che si ritrovano a subire la concorrenza di lavoratori alle prime armi, o "amatoriali" che hanno come unica forza il basso costo offerto. In questo caso specifico volevo solo evidenziare un altro punto debole di questa forma di "collaborazione": la scarsa competenza di chi offre lavoro e poi sceglie il prodotto…

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  • stain

    16.09.2010 at 20:33 Rispondi

    La notte dei loghi morenti aka Quando il croudsourcing non funziona http://t.co/oBsVd31 via @tiragraffi

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  • areaweb

    16.09.2010 at 20:42 Rispondi

    Sul nuovo logo di Roma… http://bit.ly/bVsQ2f

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  • Tiragraffi

    16.09.2010 at 21:07 Rispondi

    C’e’ ancora speranza!!!

    “Certo, l’immagine dovrà ancora superare un iter burocratico tra cui l’approvazione in consiglio comunale, ma gradualmente lo si potrà vedere su magliette, siti internet, banner pubblicitari e manifesti di eventi e kermesse.”

    [ via Svelato il nuovo logo della città di Roma – Photostory Curiositá – ANSA.it ]

  • Felter Roberto

    16.09.2010 at 21:27 Rispondi

    E’ verissimo quello che dici, molte aziende sfruttano la rete in quel modo ma, tralasciando il fatto che si perdono il vantaggio del lavoro di gruppo a scapito del lavoro in competizione, non fanno CS. Tutto qui.

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  • Lucrezia_G

    17.09.2010 at 10:55 Rispondi

    [Rome has a new logo. And it’s DEAD UGLY] Quando il crowdsourcing non funziona ~ Tiragraffi http://t.co/POiNzNf via @tiragraffi

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  • lamarghe

    17.09.2010 at 11:56 Rispondi

    è inutile che ci si stia a raccontare palle. il nuovo logo di roma è brutto. quasi peggio del cetriolone. non rispetta nessuna regola o quasi per lo studio di un logo. la lupa è poco riconoscibile e il capitello ionico non è per niente caratteristico di roma. si parla di roma non dell’ara di pergamo! l’uso di quel font è alquanto discutibile ed essendo così sottile l’intero logo sarà difficilmente riproducibile in piccolo. per non parlare del fatto che un logo del genere sarebbe stato scartato da qualunque scuola di grafica e comunicazione. poi i clienti spesso non hanno le competenze per giudicare un lavoro e le giuria vengono formate a caso e alla fine si vedono i risultati (quest’ultima è una considerazione in generale, non riferita per forza a questo caso specifico).

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  • Isola Virtuale

    17.09.2010 at 12:04 Rispondi

    ai tifosi laziali pare che sia piaciuto http://ff.im/qJLCn

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  • Yeridiani

    17.09.2010 at 12:16 Rispondi

    Tutto bene.. avendo insegnato in una scuola di grafica posso comprendere i contenuti del post originale ed in parte condividerli.. ci sono due cose che però mi mettono una sorta di ansia "etica": un livore sospetto ed il discutibile principio delle "regole" che su questioni di contenuto "anche" artistico ha fatto sempre disastri.

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  • bak

    17.09.2010 at 12:18 Rispondi

    Yeridiani, la grafica di per se è un’arte libera, certo ci sono delle strade da seguire, dei canovacci come la gestalt, l’rmonia cromatica o altro. Ma il logo design, come TUTTO il design, ha dalla sua una parte di fruizione e ergonomia che non è velleitaria ma risponde a delle precise regole. E in questo logo le vediamo tutte disattese.

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  • JuliusDesign

    17.09.2010 at 12:33 Rispondi

    non penso sia tanto il crowdsourcing in sè, ma chi sceglie i loghi senza sapere una mazza di design

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  • bak

    17.09.2010 at 12:52 Rispondi

    Julius, ma il crowdsourcing presuppone che chi si appresta a disegnare un logo magari faccia il markettaro o il muratore per esempio. Per questo parlo di livellamento verso il basso della proposta. Ok, magari è un modo per risparmiare sul bando di gara bypassando le agenzie, ma mi sembra che chi abbia scelto e le proposte pervenute fossero un attimo dilettantesche. Almeno, questa è stata lamia impressione.

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  • bastet

    17.09.2010 at 14:17 Rispondi

    ne approfitto per segnalare alcuni dei loghi in concorso, esposti all\’Ara Pacis, grazie alle foto di Thomas Magnum su flickr http://www.flickr.com/photos/thomasmagnum/sets/72

  • JuliusDesign

    17.09.2010 at 15:16 Rispondi

    Il crowdsourcing ha il difetto se così si può dire di essere aperto a tutti coloro che pensano di essere web designer. Sta al contest holder filtrare e giudicare il logo vincitore.. probabilmente ci saranno state proposte banali e altre più soddisfacenti per un occhio critico, ma per altri andavano bene quelli. Sto leggendo molte critiche sul logo vincitore a cui mi accodo in quanto non vedo un’ottima realizzazione e comunicazione rispetto agli altri, ma non è colpa del designer ma di chi ha visto nel suo progetto un logo valido per questo bando. Il crowdsourcing offre la possibilità, il contest holder realizza questa possibilità.

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  • JuliusDesign

    17.09.2010 at 15:16 Rispondi

    Il crowdsourcing ha il difetto se così si può dire di essere aperto a tutti coloro che pensano di essere web designer. Sta al contest holder filtrare e giudicare il logo vincitore.. probabilmente ci saranno state proposte banali e altre più soddisfacenti per un occhio critico, ma per altri andavano bene quelli. Sto leggendo molte critiche sul logo vincitore a cui mi accodo in quanto non vedo un’ottima realizzazione e comunicazione rispetto agli altri, ma non è colpa del designer essere stato premiato, ma di chi ha visto nel suo progetto un logo valido per questo bando. Il crowdsourcing offre la possibilità, il contest holder realizza questa possibilità.

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  • Eta

    17.09.2010 at 15:29 Rispondi

    OH… io non sono una grafica e non ho competenze, ma non avevo riconosciuto ne capitello ne lupa e mi chiedevo cosa c’entrasse il cappello parlante di Harry Potter con Roma…

  • ezekiel

    17.09.2010 at 15:45 Rispondi

    sì ma cosa c’entra il crowdsourcing, era un normale bando.

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  • bobighorus

    18.09.2010 at 12:29 Rispondi

    @Sweexy85: quando il crowdsourcing non funziona http://bit.ly/beaEjP #logo

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  • mauro

    18.09.2010 at 21:25 Rispondi

    la cosa agghiacciante è che i loghi scelti, tra i tanti che dichiarano di aver ricevuto, sono davvero uno più brutto dell’altro!

  • bettoliberati

    20.09.2010 at 15:19 Rispondi

    Siamo diventati un popolo che non è riuscito a ereditare nulla da secoli di arte, storia e buongusto. http://ow.ly/2GNNY

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  • Fabrizio Verrocchi

    27.09.2010 at 21:26 Rispondi

    DA logoroma.tumblr.com

    AGGIORNAMENTO IMPORTANTE:
    A questo link http://www.bit.ly/LETTERA_APERTA è presente un .doc che contiene la lettera aperta da inviare alla Commissione. Quanti di voi hanno davvero a cuore questa faccenda sono pregati di condividere il più possibile questa lettera e pubblicarla ovunque sia opportuno (siti e blog di grafica etc). Inoltre, cosa ancor più importante, vi invito caldamente ad inviarla a questi indirizzi email

    sindaco@comune.roma.it
    luciano.caglioti@uniroma1.it
    paola.panarese@uniroma1.it
    mario.defacqz@comune.roma.it
    mariacristina.selloni@comune.roma.it
    mario.morcellini@uniroma1.it
    armando.peres@iulm.it

    Sono le caselle dei membri della commissione. Prima che qualcuno tiri fuori la storia della privacy comunico che si tratta di indirizzi resi pubblici dagli stessi titolari e facilmente reperibili online.
    Inviatela loro firmandola con il vostro nome.

    E gia che ci siete correggete gli errori di battitura che ho scritto a 200 all’ora.

    Grazie a tutti.
    Scatenate l’inferno!

    F

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