la posta, la rete e tante piccole illusioni

c'è posta per me...

La storia si ripete.
Anche quest’anno ho ricevuto per posta il contributo cartaceo alla deforestazione globale, a cura del Presidente del Consiglio per le prossime regionali.
Come già  accennato qui mi troverò a inviare un ulteriore contributo cartaceo per richiedere nuovamente di essere cancellata dai loro db.

Avevo intenzione di scansionare le pagine dell’opuscolo che ho trovato al suo interno, ma il mio scanner si è rifiutato di farlo, e quindi evito.
Per fare un’analisi veloce:

  1. alla fine il materiale è stato impaginato meglio del’anno scorso, con l’unica accortezza di mantenere la font corpo 14pt: chiaro segnale che l’opuscolo deve essere letto bene anche dalle persone anziane, senza bisogno di occhiali;
  2. il solo vedere in copertina le 7 foto con: la conferenza stampa per la Maddalena, le forze dell’ordine, case, L’Aquila, Freccia Rossa, lui e Obama e il ponte sullo stretto di Messina mi ha fatto venire un po’ di nausea;
  3. ho di meglio da fare…

RAI PER UNA NOTTEFortunatamente la nausea è stata ricompensata dall’evento di ieri sera (giovedì 25 marzo 2010), al Paladozza di Bologna: Rai per una notte.
In un paese sull’orlo della dittatura (o che ha già  scavalcato il confine), un programma e protagonisti censurati dalla televisione di Stato, si ritrovano a veicolare il loro messaggio sul web.

Devo dire che è stato emozionante: non tanto il programma in sè, ma vedere lla partecipazione sul web.
Su twitter e su altri social network ho visto partecipazione, coinvolgimento, critiche e solidarietà : mi sono riconosciuta, mi sono sentita meno sola, come accadde il 6 dicembre scorso.

Io non seguo nessuna corrente politica: non ho ideali da seguire e per cui combattere senza se e senza ma.
Ho valori. Mi avvicino a chi reputo simile a me, con lo stesso rispetto per la vita, la libertà  e l’uguaglianza.
Purtroppo è sempre più difficile trovare fra i rappresentanti delle varie correnti politiche qualcuno che condivida i miei stessi valori. Ieri, come il 6 dicembre 2010, sono stata felice di ritrovarmi invece fra la gente comune, fra molti, fra tanti, ma ancora non abbastanza.

Schermata

Più di 125mila accessi contemporanei su raiperunanotte in streaming. Grazie a tutti voi abbiamo creato il più grande evento web della storia italiana.

Questo compare sul sito dello streaming.

Bel successo, sono contenta. Ma poi? A cosa servono questi numeri?
Leggo di altri 300.000 spettatori in piazza. Bene… di nuovo, e poi?

Il problema è che ci siamo parlati addosso: abbiamo parlato a noi stessi, alla nostra elite, a chi è abbastanza evoluto da poter sfruttare lo strumento web non solo per aggiornare lo stato su Facebook, ma anche per far circolare l’informazione.

Purtroppo sono pienamente d’accordo con Alessandro Gilioli quando afferma che

si evidenzia in modo lapalissiano il vero problema della libertà  di stampa in Italia: che non è la difficoltà  a parlare – sui nostri blog, nei giornali d ’opposizione, alle radio – ma la quasi impossibilità  di farsi sentire dalla pancia molle del Paese, che è poi quella che decide le elezioni.

A cosa serve rai per una notte

Ieri eravamo 100.000… 125.000… 300.000… ma quanti siamo in percentuale rispetto ai milioni di italiani con diritto al volto?

Rassegnamoci: quella pancia molle è la maggioranza del paese (la mia teoria del 70-30); è una massa indistinta e plasmabile a piacimento, da chi ha più potere sui mezzi di comunicazioni più diffusi.

Non fraintendete: sono felice del ruolo della rete e di ritrovarmi nel sentimento diffuso che anima queste ultime discussioni. Come il ciclostile, la stampa e le radio clandestine del secolo scorso, penso che internet sia il vero e unico strumento di libertà . Ma è ancora poco per risvegliare le coscienze di un popolo addormentato e ormai incapace di ragionare con la propria testa, e basta veramente un niente per “staccare la spina” dall’alto.

… è tutto così precario e impalpabile, che mi impedisce di gioire dell’evento di ieri.

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3 Comments
  • bastet

    26.03.2010 at 14:20 Rispondi

    [ Giuseppe Granieri via Una cittadinanza molto rumorosa ]

    Sull’Espresso in edicola oggi (il NonSoloCyber toccava a me), propongo una riflessione sulla domanda di partecipazione che la Rete sta innescando: continui movimenti di opinione, gruppi su Facebook, popolo viola, raccolta di firme; ma anche l’entusiasmo per Rai Per Una Notte di ieri, ben raccolto da un’analisi di Giovanni.
    La domanda è molto forte, ma difficilmente produce effetti rilevanti. Trascrivo uno stralcio con le mie conclusioni:

    à«Quello che invece non c’è ancora è uno strumento democratico che permetta [ai cittadini] di esprimersi in maniera riconosciuta e formale. Tecnicamente il nostro concetto di rappresentanza si esaurisce nel voto e in quella che nel mondo anglofono si chiama shadow of future, l’ombra del futuro, la minaccia di non rinnovare -alle elezioni successive- il mandato. Tutto quello che c’è nel mezzo viene archiviato come diritto all’espressione, ma non ha mai (o quasi) conseguenze politiche. La recente inflazione di manifestazioni e di attività  di protesta (ormai si raccolgono firme per tutto e si fanno gruppi su Facebook per ogni cosa) ha praticamente disinnescato l’importanza di questi eventi. Ma non ha affatto disinnescato la domanda -forte, fortissima- di rivedere il concetto di rappresentanza, consentendo a cittadini di essere ascoltati anche à«duranteà» la legislatura. E’ una domanda di à«democrazia aumentataà» che vedremo sicuramente crescere nei Paesi occidentali nel corso dei prossimi anni. Ma è una domanda cui costruire una risposta è difficile: abbiamo tutti i bit necessari per gestire i dati in modo utile, ma l’innovazione passa per l’invenzione di nuovi strumenti e per lo studio di nuovi modi per rendere à«normataà» l’interazione tra cittadini e governi. Perché solo se l’ascolto diventa una norma democratica, la nuova partecipazione diventa un valoreà»

    L’Espresso, Voglio Essere Ascoltato (non online).

  • mario

    27.03.2010 at 13:38 Rispondi

    Se oltre ad ascoltare la suggestiva distorsione di Santoro e Floris avrai la pazienza di leggere – anche una sintesi – della delibera Beltrandi, capirai che nessuno è stato “censurato dalla tv di stato”.

    Semplicemente si stabilivano per un mese criteri di pari opportunità  per tutti i candidati. Forse (forse) l’audience ne avrebbe risentito a causa dei dibattiti più civili e normali al posto delle battaglie urlate a colpi di clava rutti e scoregge che fanno tanto share. Ma sopratutto ne avrebbe rientito il potere personale dei conduttori.

    I paladini dell’informazione libera ti hanno raccontato che sono stati censurati dai cattivi, per il loro tornaconto personale ed in parte per quello di questo PD, fondamentalmente.

  • bastet

    27.03.2010 at 15:29 Rispondi

    Mario, come avrai già  letto nel mio post, io non seguo ciecamente ideali o personaggi pubblici. Penso di essere abbondantemente dotata di senso critico che ascoltare tutto e tutti prima di formarmi un’opinione.

    In ogni caso, l’argomento che stavo affrontando nel mio post non era questo: se si trattava di censura o di non censura. Se vorrai continuare a discutere di questo, ci sono blog e post molto più interessanti e polemici del mio.
    Volevo solo parlare del fatto che, a mio parere, questo evento non cambierà  più di tanto le cose, per la natura stessa del mezzo su cui è stato trasmesso.

    … sei un tantinello OT.

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