Attaccheremo all’alba! The Ants Attack

Questa storia devo scriverla a futura memoria.

Un giorno di inizio giugno, mentre sistemavo le piante sul terrazzo, l’attenzione viene catturata da una lunga fila di formiche che dal tetto si dirigevano allegramente verso uno dei miei vasi in cemento.

Anche se abito all’ultimo piano è successo più volte di ritrovarmi formiche in casa, con il formicaio fra le intercapedini del mio appartamento. E già una volta mi ritrovai a svuotare un vaso enorme dove avevano creato il loro formicaio.

Qualche giorno dopo rivedo le formiche affaccendate con il loro via-vai dal vaso, ma con molta più frequenza. A dir la verità sembravano quasi contente, zampettavano veloci, quasi frenetiche, portando con loro dei piccoli sacchetti bianchi.
“Forse hanno trovato qualche nido di insetti e lo stanno depredando” pensai.
Solo nei giorni successivi ho realizzato che quello che portavano allegramente sulle spalle, dal tetto al vaso, non erano altro che le loro pupe. Stavano creando un nuovo formicaio sotto le mie agave.

Memore della fatica fatta in passato per debellarle, vado ad acquistare le trappole/esca per le formiche e ne piazzo due nei punti strategici del loro passaggio, ai lati del vaso, in un punto irraggiungibile ai gatti.
Tutte le mattine le trovavo spostate, in bilico, quasi per cadere giù dal muro del terrazzo.

Inizio a riconoscere le ricognitrici in giro per il terrazzo (10m di distanza dal vaso) e ogni tanto ne schiaccio qualcuna. Poi le vedo vicino alla pappa dei gatti, poi all’ingresso della cucina e per ultimo dentro al davanzale della camera da letto (dormo con la testa sotto la finestra).
Compresa l’inutilità delle trappole, procedo all’acquisto dell’insetticida spray e inizio a spruzzarlo sui vari ingressi del formicaio, ragionando su quale giorno della settimana sarei stata più libera per procedere allo svuotamento drl vaso e all’eliminazione del formicaio.

 

 

La mattina in cui, mentre uscivo in terrazzo con il caffè in mano, ho trovato l’intero pavimento (28mq) ricoperto di formiche, non in fila indiana ma a raggiera (tipo 5 formiche per ogni mattonella 20x20cm), ho capito che era giunto il momento.

Guanti, grosso sacco dell’immondizia, scaletta, Baygon e zappa. In due ore ho svuotato e disinfettato il vaso (che da oggi chiameremo vaso1), riempito un secchio di terra e formiche morte, e messo le piante (piante1) nel sacco, inondandolo di insetticida e chiudendolo ermeticamente. Dopo un paio di giorni di “camera a gas”, avrei provato a riutilizzare le agave superstiti.

Soddisfatta del mio operato, dopo una settimana, rivedo le formiche che dal tetto scendono sul terrazzo, si avvicinano al vaso1, lo evitano e si dividono andando nel vaso2 (più grande) e sul vaso2b (più piccolo e con altre agave dentro). Subito nuova dose di Baygon (da ora Baygon2) e fondi di caffè sui 3 vasi. Nel frattempo le formiche hanno iniziato a entrare e uscire dalla trappola/esca come se niente fosse.

Passano 2 giorni, ricontrollo la situazione formiche e… no, non posso crederci! Ancora spuntano dal tetto e vanno tutte belle pimpanti con le pupe verso il vaso2! È il nuovo segnale: stanno ricreando un nuovo formicaio!
Con Baygon3 mi attivo per svuotare vaso2, togliendo le piante2 e mettendole in un secchio, scavando tutta la terra e irrorandola con l’insetticida! Copro il vaso con una busta di plastica sigillando i bordi, certa della mia vittoria.

Il giorno dopo vado a controllare la situazione e il peggior incubo della mia vita si materializza sotto ai miei occhi, anzi sopra. Un’intera parete ricoperta di formiche! Anzi due pareti, compresa quella con la finestra della mia camera da letto. Lo schifo e l’orrore mi fanno prendere dal panico. Esaurisco Baygon3 e inizio Baygon4 rischiando di intossicare me e i gatti. Seguo l’origine della fila di formiche e inondo di insetticida un piccolo buco nell’intercapedine del tetto.
La notte non dormo e i gatti evitano di stare con me in camera da letto.

 

 

Nuova alba. Nuovo caffè.
Cammino su terrazzo e incontro una ricognitrice. Mi fermo. Si ferma. Ho la certezza che sappia chi sono, che mi abbia riconosciuta.
Sento le balle di fieno rotolare, la colonna sonora di Mezzogiorno di fuoco. Respiro. Respira.
Splat! Schiacciata.

Passano altri due giorni e no, non ci crederete.
Formiche, formiche ovunque. Ancora in verticale sulla parete, a testa in giù nel sottotetto, fra le fughe del muro a cortina, sulle piante di vaso3 e vaso4. Ma soprattutto: nuova fila zampettante di formiche con pupe che si dirigono verso vaso3! No, nuovo formicaio in progress!

A un certo punto mi rendo conto che le formiche non provengono più dal tetto, ma dalla busta dell’immondizia dove avevo messo piante1 irrorate veleno. Da un piccolo taglio fuoriuscivano a fiotti!
Inutile dire che ho sacrificato le agave di piante1 nel cassonetto dell’indifferenziata, esaurito Baygon4 e passato il resto della giornata sentendomi le formiche camminare addosso con la certezza che la notte si sarebbero vendicate, attaccandomi e mangiandomi viva.
Prima di andare a dormire ordino su Amazon una nuova esca.

Nuova alba. Nuovo caffè. Nuovo controllo della situazione.
Ebbene sì, signori. Di nuovo le formiche. In fila indiana, tra le fughe della parete, provenienti da vaso3 in direzione… piante2, quelle dentro al secchio. Formiche, formiche ovunque: operose, di nuovo con le pupe in spalla, veloci, velocissime.

Prendo i secchio con piante2 e, ricordandomi di aver letto che le formiche posso resistere anche 24 ore sotto l’acqua, lo riempio fino all’orlo, con l’intento di svuotarlo dopo 2 giorni. Nel frattempo arriva il corriere Amazon con l’esca ordinata la sera prima (penso non abbia mai visto una donna tanto felice di ricevere un pacco)! Piazzo le esche nei punti strategici e seguo di nuovo la fila indiana a ritroso, scoprendo, con mia grande gioia, che le formiche non arrivano da vaso3 (molto grande) ma da vaso3b, un piccolo vaso di 15cm di diametro con una piccola agave dentro.
Stanno ricreando il formicaio in un monolocale.

 

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Qual è il vostro peggior incubo?

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Arriva la sera. Cala il sole mentre mi prendo un aperitivo in terrazzo ascoltando jazz.
Verso le 11, con la torcia dello smartphone verifico che le formiche stiano dormendo, rientrate tutte nel mini-formicaio.

Prendo una busta dell’immondizia: afferro vaso3b e lo svuoto di colpo dentro.
Chiudo. Mi metto le scarpe e scendo giù fino ai secchioni, regalando alle sgradite ospiti un viaggio di sola andata verso qualche discarica esotica.
Rientro a casa e mi faccio un nuovo drink, riuscendo a dormire per la prima volta in 4 settimane.

Nuova alba. Nuovo caffè. Terrazzo pulito.

 


 

Lo so, è un racconto lungo, confuso, poco interessante.
Questo post serve più a me che a voi.
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