Senza titolo #3

Era qualche giorno che ti pensavo.
Sempre attraversando quel maledetto incrocio, o passando vicino casa tua. Abitavamo così vicine, e ora quella che consideravo una fortuna si è trasformata in una continua tortura.

Era qualche giorno che ti pensavo, e a un certo punto ti ho sentita.
Eri lì. Vicino a me.
Ho sentito il calore del tuo abbraccio.

Mi ci è voluto poco per capire che ero passata accanto a tuo padre. Era lì, da solo, lento e assorto nelle sue azioni. Era lui, anche se l’ho visto solo due volte, sono certa che fosse lui… perché ci sentivo te.
Ho continuato a osservarlo da lontano. Il viso serio, mesto, quasi sereno. Vedevo te, la tua espressione seria, precisa, concentrata in ogni cosa che facevi.
Sì, era tuo padre.

Volevo andare ad abbracciarlo, ma sicuramente non si sarebbe ricordato di me.
Poi nutro una strana forma di pudore verso il dolore altrui, soprattutto per quello causato da un lutto. Non amavo sentirmi fare le condoglianze da gente con cui non avevo nulla in comune: e da sempre evito di infliggere lo stesso disagio agli altri.

Sono rimasta ferma, in piedi in mezzo alla gente.
Nuovamente mi sono scese le lacrime.
È stato bello sentirti di nuovo.

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1 Comment
  • bastet

    13.11.2009 at 00:39 Rispondi

    il destino è troppo crudele.
    ho appena incontrato una persona del passato a cui ho dovuto dire di te… questa sera il mio cuore e la mia testa stanno esplodendo… :(

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